quando sento dire “ma tanto io ho un giardino grande” tremo. Il giardino può trasformarsi nell’alibi perfetto per non portare mai fuori il cane. Tanto ha tutto ciò che gli serve, no?! Decisamente no. Il giardino è la tomba del cane se non ha mai (o quasi mai) la possibilità di uscire ed interagire con il mondo. Il giardino, infatti, è privo di stimoli poiché sono sempre gli stessi giorno dopo giorno, dopo giorno. Il cane cade nella noia più totale e, perciò, bene che vada, inizia a scavare buche, a distruggere e ad abbaiare a tutto quello che si muove, solo per portare gli esempi più comuni e meno gravi. Quello che spesso per i proprietari è un “dispetto” è un disperato tentativo di impegnarsi nel fare qualcosa. Il cane ha motivazioni che, per poter esser felice, vanno soddisfatte. Olfattiva, cinestesica, perlustrativa, sociale, per esempio. Il cane deve poter annusare, muoversi in ambienti naturali, incontrare altri esseri viventi, mettersi alla prova. Fare esperienze e diventare un individuo completo. Se scegliamo di avere un cane nella nostra vita, non neghiamoglielo. Porto sempre l’esempio dei carcerati, se soddisfare i bisogni primari quali bere, mangiare, avere un tetto sopra la testa, ecc. fosse sufficiente, allora perché il carcere sarebbe considerato da noi una punizione? E perché per il cane, invece, dovrebbe bastare? Può sembrare un paragone esagerato, ma, per me, calza a pennello.
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