Spesso mi sento dire “il mio cane non mi ascolta e non torna quando lo richiamo”. Ma siamo sicuri che sia vero? E, soprattutto, noi ascoltiamo il nostro cane quando tenta di dirci qualcosa? Per esempio che sta finendo di fare una cosa molto interessante e che non può tornare da noi, proprio sul più bello?
Immaginatevi di leggere un passaggio cruciale di un libro che vi appassiona e di avere qualcuno vicino che vi chiama in continuazione. Fastidioso vero? Sono certa che non vi limitereste ad ignorare quel qualcuno.
Quello che vedo è un abuso del richiamo. Un richiamo ripetuto allo sfinimento, spesso ansiogeno e concitato, che fa trasparire insicurezza. Un richiamo, quindi, che è dettato più da ansia e preoccupazione che da una reale necessità e questo il cane lo sa perfettamente ed è così che inizia, realmente, ad ignorarci. Un po’ per necessità, un po’ perché pecchiamo di credibilità. Ed ecco che, con le nostre stesse mani, abbiamo mandato in fumo l’efficacia di quella comunicazione.
Con questo non voglio dire che il cane debba farsi altamente gli affari propri e andare e venire come gli comoda lasciandoci indietro come degli allocchi. Significa imparare a rispettare tempi, spazi, necessità, insieme a regole sociali condivise.
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